Atlante Ornitologico Urbano di Verona 2021-2023
Il 2020: l'anno zero
Nell'anno 0 sulla base dei classici criteri indicatori di riproduzione, nel 2020 a Verona sono state rilevate 66 specie nidificanti: 6 possibili, 22 probabili e 38 certe, una cifra in linea con molti atlanti urbani.
Le misure restrittive legate alla pandemia da COVID-19 hanno impedito agli osservatori di uscire dai propri domicili per diverse settimane proprio all'inizio della stagione riproduttiva. Si è cercato di ovviare in qualche modo a questa situazione e di sfruttare per quanto possibile il 2020 come un anno di prova, con la possibilità di impratichirsi con la metodologia del censimento.
È stata quindi effettuata una del tutto parziale raccolta dati, limitata a quanto si poteva vedere o sentire dalle finestre o dall'uscio di casa o durante i tragitti da e per il luogo di lavoro o nelle poche altre uscite consentite.
Le specie maggiormente segnalate nel censimento del 2020 sono state in ordine Merlo, Tortora dal collare, Capinera, Cinciallegra, Storno, Fringuello, Verzellino, Picchio verde. Questo picchio, ora tra le specie più segnalate in città, era confinato nelle zone boscate collinari e considerato in calo demografico alla fine del XX secolo, mentre oggi è in progressiva espansione in pianura, sia in parchi cittadini che lungo le aste fluviali alberate.
Tra le specie di interesse conservazionistico sono state rilevate il Succiacapre, il Falco pecchiaiolo, il Martin pescatore, il Falco pellegrino, il Picchio nero.
Alcune specie di uccelli sono sempre state legate in qualche modo alle zone più antropizzate: piccioni, passere, rondini, Rondone comune, Storno. Il Piccione di città, specie che si pensava potesse creare possibili problemi per le deiezioni, non sembra più così impattante, forse per l'esplosione della presenza urbana di una specie congenere, il Colombaccio, che analogamente al Picchio verde un tempo viveva solo in zone boscate collinari, mentre oggi frequenta ampiamente anche i parchi cittadini. Sempre tra i Columbiformes, la Tortora dal collare, segnalata in provincia di Verona solo da una cinquantina d'anni, è oggi abbondante e ubiquitaria.
Oltre al Colombaccio e al Picchio verde, altre specie si stanno pian piano "inurbando". Ad esempio la Gazza è presente in modo sempre più diffuso in tutta l'area urbana dove un tempo invece era assente fino alla fine del secolo scorso. Tra le nuove specie nidificanti nell'area urbana, come in molte altre città, c'è anche il Gabbiano reale.
Viceversa, altre specie sono quasi scomparse da Verona per la riduzione delle zone rurali e degli incolti in periferia. Entrambe le passere sono state segnalate come nidificanti nel 2020, ma è noto come la Passera d'Italia e la Passera mattugia siano in netto declino in Europa occidentale, così come in Italia e a Verona, con una diminuzione tra il 50 e l'80% della popolazione a partire dall'ultimo ventennio del XX secolo. Durante l'indagine le coppie rilevate sono state poche e localizzate; la Passera mattugia in particolare è stata contattata in una sola area, nella zona di Villa Buri.
Rondine, Balestruccio e Rondone comune sono oggi molto localizzati e poco diffusi rispetto al passato, un calo diffusamente riscontrato per diversi motivi. Probabilmente per la mutata gestione degli argini dell'Adige cittadino, oltreché per la crisi di buona parte delle specie legate alle zone umide o ai corsi d'acqua, non sono noti recenti eventi riproduttivi di alcune specie legate al canneto.
Qui sotto una mappa delle osservazioni 2020 di alcuni rilevatori e sotto ancora la cartine di Merlo e Piccione di città.
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